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Channel: DC CONSULENZE UCRAINA
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L’italiana Eni ha firmato un accordo sullo “sviluppo di gas non convenzionale” in Ucraina.

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L’italiana Eni ha firmato un accordo sullo “sviluppo di gas non convenzionale” in Ucraina.
Si parla del shale gas, estratto attraverso fracking, la tecnica che può provocare terremoti e di cui hanno parlato tanto.
In Italia non si puo fare fracking, anche se è stato provato nel 2009. L’Eni però è un’azienda italiana statale che andrà a farlo nella zona di Lviv, nella parte dell’ovest dell’Ucraina.
L’agenzia di stampa mezzo ufficiale russa Ria Novosti dice che si tratta di un tentativo dell’Ucraina per svincolarsi dalla dipendenza dal gas russo: quest’anno dovrà pagarlo 416 dollari al metro cubo, ma non è convinta del prezzo e vorrebbe diminuire il volume delle importazioni.
In ogni caso, l’Eni ha acquisito il 50,01% della compagnia ucraina Llc West Gas Invest, che detiene i diritti sull’esplorazione e sullo sfruttamento dello shale gas su un’area di 3.800 chilometri quadrati situata nel bacino di Lviv, verso il confine con la Polonia.
Lo ha fatto attraverso un accordo con la compagnia di Stato ucraina National Joint Stock Company Nak Nadra Ukrayny e con la compagnia Cadogan Petroleum Plc.
Secono Eni, “Il bacino del Lviv è considerato una delle aree a più elevato potenziale d’Europa per l’esplorazione di gas non convenzionale” e “rappresenta una tappa significativa nello sviluppo del portafoglio Eni relativo alle risorse non convenzionali”, anche se l’azienda già detiene tre licenze in Polonia.


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